Introduzione al metodo Montessori: i bisogni del neonato

I tempi attuali richiedono sempre più attenzione ai luoghi dove i nostri figli trascorrono gran parte della giornata, cioè asilo e scuola. L’offerta formativa è sempre più ampia e va incontro anche a quei genitori che credono in un’educazione diversa. Vediamo insieme il metodo Montessori.

Anna Marcobelli ci introduce al metodo Montessori e ci spiega come rispondere ai bisogni del neonato (in fondo al post trovate i suoi riferimenti).

Cosa vuol dire metodo Montessori in sintesi?

Maria Montessori diceva che non considerava di aver creato un metodo ma una visione
nuova del bambino: osservando a lungo il bambino ha tratto la conclusione che per
sviluppare la sua psiche ed il suo corpo al meglio, egli abbia bisogno di essere
autonomo e di lavorare con concentrazione.
Il suo ambiente dovrà essere il più sgombro possibile e fare in modo che tutto sia alla
sua portata.

Ovviamente quando il bambino è appena nato non avrà bisogno praticamente di nulla
tranne delle braccia e del seno della propria mamma, come dicono i pediatri illuminati,
o del biberon se si da la formula.
L’autonomia di un neonato è nulla.
Il neonato non può nutrirsi da solo, nemmeno tenendo il proprio biberon (come capita di
vedere nelle pubblicità di prodotti reggi biberon da agganciare alle culle).
Per un neonato il contatto è tanto prezioso quanto, o forse più del cibo.

Il mio primo consiglio, quindi, è quello di non comprare nulla per la cameretta ma di
iniziare a fare spazio fisico e psicologico per il proprio bambino.
Se i parenti chiedono di fare regali si può temporeggiare chiedendo loro dei buoni spesa
per il futuro.
La dottoressa Montessori sottolineava sempre l’atteggiamento che i genitori
dovrebbero tenere per non essere da ostacolo ai bambini, e diceva dovremmo essere
coscienti del nostro ruolo e presenza nell’ambiente.

Cosa si può fare con e per il neonato?

Lasciare la camera del bambino vuota, per iniziare, anche perché non conosciamo
ancora il nostro bambino o bambina e non sappiamo se avrà bisogno di mangiare molto
o se invece sarà un gran dormiglione.
L’OMS (organizzazione mondiale della sanità) consiglia, nelle regole per prevenire la
Sids, di tenere il proprio bambino nella camera dei genitori almeno per il primo anno di
vita.
Quindi potrebbe esserci utile qualcosa che aiuti il bambino a starci vicino o a dormire
nella nostra stanza.

In commercio trovate vari modelli di culla side bed, ma può essere semplicemente
aggiunto vicino al letto matrimoniale un lettino con le sbarre.
Il letto con le sbarre va adattato: si può togliere una delle pareti e pareggiare il
materasso con il nostro in altezza, anche mettendo un’asse di legno sotto i materassi.
Alcune famiglie scelgono di ampliare il letto matrimoniale mettendo a terra il proprio
materasso ed aggiungendovi un materasso singolo.

I bisogni del neonato

Rispondere ai bisogni del neonato in ottica Montessori vuol dire essere noi tramite con
l’ambiente,
saremo quindi noi genitori a doverci fare carico del bambino che nasce, e
assicurarci che i suoi bisogni siano soddisfatti.
Quando nasce un bambino dovremmo trasformarci in veri e propri filtri per il mondo, e
qui la fascia porta bambini è una validissima alleata, ponendo il ventre del bambino a
contatto del nostro.
Elena Balsamo è una pediatra che lavora ed ha scritto libri sul bambino seguendo il
pensiero Montessori.
Lei ci dice che i bisogni del neonato sono semplici e che semplici dovranno essere le
risposte: contatto, contenimento, comunicazione e cibo.
Rispondere ai bisogni di un neonato in ottica Montessori può essere davvero
economico, potremmo così risparmiare per una buona fascia e pannolini lavabili,
prodotti validi, ecologici e duraturi.

Tra l’altro la fascia è un’ottima risposta anche a contenimento e contatto.
Per quanto riguarda il cibo, il seno e la formula sono le sole risposte mentre la
comunicazione potrebbe risultare un pochino più ostica, ma solo in prima battuta.
Non c’è nulla di complesso nella comunicazione con il neonato anche se complesso è
tutto il processo di conoscenza reciproca che ci attende.
Il neonato non ha bisogno di grandi spiegazioni, di mediazione e di complessità, egli ha
bisogno che ci facciamo osservatori accoglienti ed attenti.
Ogni pianto può comunicare qualcosa di diverso, solo con l’osservazione attiva e la
conoscenza potremo interpretarlo con sicurezza.
Per prima cosa, quindi, datevi tempo, per divenire ambiente accogliente dobbiamo
accogliere in primis il nostro bisogno di tempo, per osservare e conoscere.

L’ambiente attorno al neonato

Secondo il metodo Montessori il neonato ha bisogno di un ambiente poco
illuminato
perché è appena uscito dall’ambiente uterino dove la luce è soffusa e
schermata dal tessuto muscolare materno nei quali si sente avvolto.
Vi invito ad evitare le classiche giostre che producono luci e suoni: hanno troppi stimoli.

Ricordate che un neonato iperstimolato diventa un neonato che va in stress e quindi
piange molto.
Un giusto stimolo al neonato può essere il viso dei genitori e fratelli, oppure una
giostrina montessori, pendente.
Da appendere al soffitto e tenere ad una distanza di circa 30 cm dal viso del neonato,
può essere composta anche solo da un semplice ovale di cartone colorato in bianco e
nero poiché il neonato ama forti contrasti, che distingue bene.
Il neonato può osservare la giostrina pendente, o mobile, quando si trova nella culla o a
terra, su una superficie semirigida.
Proporremo il mobile quando tutti gli altri bisogni saranno soddisfatti ed il neonato non
avrà: sonno, fame, bisogno di essere cambiato.
Tenete presente che il bambino vi può guidare verso ciò di cui ha bisogno, osservate ciò
che gli piace ed attira il suo interesse: il bambino è il libro.

Qui trovate i riferimenti di Anna: pagina Facebook e profilo Instagram.

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Frida

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