Abbiamo mai davvero osservato l’ambiente dove viviamo con gli occhi di un bambino? Anna Marcobelli continua ad accompagnarci alla scoperta del metodo Montessori (in fondo al post trovate i suoi riferimenti).
Quando i bambini iniziano a muoversi spesso ci troviamo in difficoltà con i
limiti: è difficile far capire al bambino piccolo che un’azione è pericolosa e
va evitata.
Quante volte usiamo i no?
Spesso utilizziamo il “no” come risposta passe-partout, la vediamo come
l’unica soluzione.
E il bambino come reagisce?
Lo ignora, passa oltre, continua a fare ciò che stava facendo.
In quel momento in noi scatta un meccanismo di frustrazione e stanchezza
che ci fa sentire sfiduciati e, perché no, anche arrabbiati.
Questo povero no, bistrattato, utilizzato per qualsiasi cosa, consumato.
Dovrebbe essere una parola di stop ma la usiamo talmente tanto da farle
perdere valore.
Oppure ne abbiamo paura perché ci sembra una parola troppo forte.
In tutti questi casi l’ambiente può venirci in aiuto.
Grazia Honegger Fresco, l’ultima allieva vivente di Maria Montessori scrive:
I pochi no lo proteggono, i molti lo umiliano.
L’ambiente ci può aiutare
Ella ci indica di chiedere aiuto all’ambiente per far in modo che i no siano
pochi, che la relazione tra adulto e bambino sia salvaguardata.
Essere genitori è difficile ed è fondamentale mantenere salda la relazione
con il bambino, ad ogni età.
Ovviamente la relazione sarà differente in base all’età evolutiva in cui il
bambino si trova.
Di conseguenza, sarà differente il tipo di risposta data dal genitore e
dall’ambiente.
Con il bambino molto piccolo le spiegazioni verbali non hanno molto effetto
perché non è pronto a grandi ragionamenti su quel canale.
Le spiegazioni efficaci saranno quelle più brevi ed intuitive.
Esplorare ad altezza bambino
Prima che il bambino inizi a spostarsi autonomamente fate un giro per la
casa mettendovi carponi ad altezza bimbo. Questa operazione vi farà
capire se ci sono pericoli o oggetti particolarmente affascinanti a portata di
mano.
Quando il bambino è troppo piccolo per maneggiare con cura gli oggetti
delicati e frangibili, oppure pericolosi, togliamoli dalla sua portata.
Se la bambina vuole salire le scale ma in casa nostra ci sono scale
pericolose: insegnamo alla bambina a salire e scendere in autonomia e
sicurezza.
Facciamole vedere fisicamente come si fa: mettiamoci a carponi e
svolgiamo i movimenti per salire e scendere, lentamente, senza parlare.
Questo tipo di spiegazione è utile ed efficace perché va a stimolare i
neuroni a specchio, quei neuroni che governano l’apprendimento tramite il
movimento.
Se ci preoccupa molto che possa fare le scale in autonomia, mettiamo un
cancellino!
L’ambiente in questo modo da un limite fisico e ci aiuta a rimanere accanto
al nostro bambino in serenità, senza dover correre in continuazione.
E la scelta dei vestiti?
Quando il bambino cresce l’ambiente può venirci in soccorso, ancora.
Se il bambino vuole decidere da solo come vestirsi: lasciamo alla sua
portata solo vestiti e scarpe adatti alla stagione e all’occasione, pochi capi
per volta così da non confondere ed evitare il caos.
Ad esempio, se vogliamo passare del tempo al parco teniamo a portata di
bambino galosce, sovrapantaloni impermeabili e giubbino; togliamo invece
abiti da cerimonia ed accessori da piscina.
In questo modo anche un piccino di 18 mesi o due anni potrà capire cosa è
meglio per lui in quel momento.
A questo proposito vi ricordo che il bambino non sa ancora capire che fuori
le condizioni climatiche sono diverse dall’interno della casa, si tratta di
un’astrazione troppo grande per lui.
In generale, per il bambino è difficilissimo capire le conseguenze delle
azioni, soprattutto le proprie.
Aiutiamo la nostra bambina a diventare autonoma supportandola tramite
l’ausilio pratico dell’ambiente.
Ciò che è fisico e reale aiuta a capire e fissare i concetti senza frustrazione.
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