Quando i bambini smettono di credere a Babbo Natale

Che cosa prova un bambino quando smette di credere a Babbo Natale? Che ruolo
hanno compagni e genitori nella scoperta della verità?
Ne parliamo con Sara Lampronti, psicologa e psicoterapeuta.

Questa disillusione avviene in media attorno ai sette anni. Non tutti si ricordano della
scomparsa di questo personaggio favoloso, ma tra coloro che ne hanno conservato
qualche memoria, molti rammentano anche la delusione che hanno provato.

Il termine del primo settennio

La fine della prima infanzia si accompagna a una mutazione dei sistemi di
rappresentazione
, all’abbandono di una certa visione del mondo. Bisogna
lasciarsi dietro un universo terrificante e incantato, guadagnando e perdendo molto
allo stesso tempo.
Questi miti sono spesso percepiti come una bambinata senza importanza dal mondo
degli adulti, che tendono a considerare la scomparsa di Babbo Natale una tappa
necessaria della crescita. In questo modo, però, sottostimano due aspetti: da un lato,
il fatto che questa tappa possa essere delicata nella costruzione del sé, perché non
si tratta solo della scomparsa di una credenza, ma coinvolge la natura dei legami
che il bambino intrattiene con le persone che gli stanno intorno e che gli hanno
mentito. Inoltre si sottostimano le capacità logiche del bambino.
Poiché l’adesione a questa raffigurazione mitica è frutto di un certo modo di
ragionare della mente infantile, sostenuto dalla nostra cultura, essa è naturalmente
destinata a cadere, per trasformarsi al più in una consuetudine sociale. In ogni caso,
mano a mano che il bambino cresce, le sue domande dovranno sempre trovare
una risposta sincera
: non solo perché il bambino ha sempre diritto alla verità,
ma anche perché queste domande stanno a indicare che egli comincia a
riflettere in modo critico su questa credenza.

Credere a Babbo Natale

Credere a Babbo Natale (così come ad altre figure magiche) non li farà diventare dei
creduloni, anzi, perfino i bambini molto piccoli sono ben capaci di distinguere tra
immaginazione e realtà. Quando i bambini “fanno finta di”, esercitano una
capacità cruciale da un punto di vista evolutivo: quella di figurarsi modi
alternativi in cui la realtà potrebbe essere.

Questo tipo di credenze è un utile esercizio per allenare le capacità di
ragionamento controfattuale. Ovvero, porsi domande su come un vecchietto
possa in una sola notte consegnare i regali in tutto il mondo o scendere con il suo
pancione dalla stretta cappa del camino, sarebbe lo stesso tipo di immaginazione
richiesta per trovare la soluzione di un problema scientifico. La maggior parte degli
esperti concorda sul fatto che credere a Babbo Natale, come a molte altre creature
fantastiche, sia una fase normale dello sviluppo cognitivo.


I bambini iniziano a credere alla leggenda di Babbo Natale, perchè siamo noi genitori
a proporglielo, e i bambini credono a ciò che gli viene detto dai propri genitori(questo succede anche a noi, crediamo a ciò che ci viene detto dalle persone per cui
proviamo fiducia). I bambini per costruire le proprie rappresentazioni del
mondo hanno come mezzo le sole fonti di informazioni di cui dispongono, i
genitori. La loro vulnerabilità aumenta con il fatto che sembra che tutti credono a
Babbo Natale (parenti, maestre, compagni…). Scrivere una lettere a Babbo Natale,
ricevere i doni, creano prove sulla sua esistenza e soprattutto creano l’atmosfera di
magia. Anche il fatto di dover dormire, e il mattino dopo svegliarsi che le renne
hanno bevuto il latte.

Come scoprono i bambini che Babbo Natale non esiste?

Sono tanti i fattori che portano i bambini a sospettare dell’esistenza di Babbo Natale.
Ad esempio alcune dissonanze che si vengono a scoprire, come l’esistenza di finti
Babbi Natale (un parente che si traveste…), o altri eventi che portano dei sospetti
nel bambino (come ad esempio la scoperta dei regali in un armadio, o i genitori colti
in flagrante mentre mettono i doni sotto l’albero). In altri casi sono gli amici che
vogliono portare alla rottura di questo mito, o i genitori stessi che lasciano aleggiare
alcuni dubbi. In altri casi ancora sono delle riflessioni del bambino (ad esempio su
come fa la slitta a fare il giro del mondo in una sola notte….).
Spesso l’abbandono della credenza in Babbo Natale comporta una crisi nel
bambino, che può manifestarsi in una semplice delusione, oppure causare una
faticosa messa in discussione della visione del mondo. Questa messa in
discussione può portare il bambino ad avere dei sospetti sul mondo dei grandi,
considerandolo come un universo in cui tutti mentono.
Una differenza negli antecedenti di queste cause, sono la rottura improvvisa della
credenza (che più facilmente può causare una crisi), oppure una progressiva rottura
alla credenza (in cui più raramente vi è successivamente una crisi). Una rottura
progressiva permette al bambino di prepararsi, di preparere il proprio sistema
cognitovo ad affrontare questa verità e a ridurre il contenuto emotivo associato a una
credenza che sta mostrando dei segni di debolezza.

E come lo vivono ?

Smettere di credere a Babbo Natale alle volte porta nei bambini la sensazione di
entrare nel mondo dei grandi, una sorta di rito di passaggio. Questo può avvenire
in modo indolore se il bambino ha l’impressione di trarne dei vantaggi. Per esempio
quando ci sono dei fratelli più piccoli per i quali dovrà trasformarsi in uno degli attori
della recita annuale. Partecipando al segreto dei grandi il bambino potrà avere
l’impressione di condividere qualcosa con il mondo degli adulti: la fiducia. Se il
bambino è figlio unico si possono trovare degli escamotage per vivere il momento
con gli adulti senza sentirsi tradito.

Il compito di noi genitori

Quando il bambino manifesta i dubbi è meglio smettere di raccontargli delle bugie.
Questo non vuol dire raccontargli in modo crudo la verità, perchè il crollo improvviso
di questa credenza potrebbe essere vissuto male. Una strategia potrebbe essere
farlo riflettere sulla stessa, chiedergli cosa ne pensa, in modo da portarlo a
riflettere e raccogliere i propri elementi, come a risolvere un problema.
Concludendo: quello che possiamo fare noi genitori, a mio parere, dovrebbe
essere interrogarsi su qual è il significato che si intende dare a questa festa. Non farsi travolgere dalle abitudini sociali, ma sviluppare una maggiore
consapevolezza sui propri valori è il primo indispensabile passo. Da questa
riflessione ci sarà anche il ruolo che si vuole dare a Babbo Natale e alla sua
leggenda, e il ruolo che si attribuirà non solo a lui ma, più in generale, ai regali
natalizi dei bambini.
Inoltre è opportuno trattare questa figura come una rappresentazione fantastica,
circondata da mistero, senza commistioni e confusioni con la realtà. Con questo
atteggiamento, il bambino sarà facilitato nel rendersi conto gradualmente di ciò che
si tratta, senza provare sentimenti di delusione o inganno.

Dott.ssa Sara Lampronti 

Psicologa Psicoterapeuta

www.saralampronti.it

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