L’impatto della nostra alimentazione sull’ambiente

La nostra alimentazione ha davvero un impatto così forte sull’ambiente ? Piccoli cambiamenti nel nostro stile di vita possono aver la forza di modificare il delicato e compromesso equilibrio del nostro Pianeta?

Se ci pensate ci sono dei gesti che compiamo tutti i giorni che, se moltiplicati per il numero degli abitanti del Pianeta, sono davvero un’enormità. A marzo 2020 la popolazione stimata sulla Terra era di 7,8 miliardi di persone.

Una delle attività umane giornaliere è mangiare ma ovviamente non tutti hanno accesso alle stesse quantità di cibo e di pasti . Vediamo quanto le scelte alimentari siano correlate all’inquinamento.

La plastica e la scelta al supermercato

Riguardo alla plastica abbiamo parlato moltissime volte qui sul blog e sui nostri canali social.

Da diversi decenni il cibo pronto o precotto è sempre più diffuso e usato dalle famiglie. I motivi sono molti e tra questi ci sono senz’altro la mancanza di tempo per cucinare e la sempre minore cultura alimentare. Sembra quasi che cucinare qualcosa di fresco sia solo per chi ha molto tempo da perdere, quando abbiamo visto, sempre qui sul blog, come si possano cucinare piatti sanissimi con poco sforzo.

Il cibo precotto ha spesso un packaging complesso e multistrato per motivi di marketing e di conservazione. Ciò rende spesso difficile riciclare le singole parti e il quantitativo di imballo per peso di prodotto raggiugne livelli imbarazzanti.

Il consumo di pesce e la strage nei mari

La domanda di pesce da parte dei consumatori è in continuo aumento anche per la percezione che sia un alimento sano e facilmente reperibile.

L’industria si adegua e trova dei sistemi di pesca sempre più rapidi e a basso costo.

Quello che non si conosce è il numero dei morti collaterali della pesca. Si stima che circa il 40% dei pesci/animali pescati vengano uccisi e ributtati in mare perché finiti erroneamente nelle reti , le quali sono come delle enormi mani che prendono tutto ciò che incontrano. Famose sono le immagini di delfini, balene e tartarughe intrappolate nelle maglie. Ciò porta ad un enorme impoverimento dei mari e perdita di vita.

Altri effetti collaterali sono la distruzione del fondale marino e la strage di animali causata dai residui delle reti che rimangono in acqua.

Dobbiamo considerare che il pesce presente sulla nostra tavola può provenire da migliaia di chilometri di distanza dove le leggi sono diverse dalle nostre. E spesso tutto è permesso.

L’Amazzonia brucia

Ricordiamo tutti le immagini dell’Amazzonia in fiamme che l’anno scorso hanno invaso i media. In pochi si sono probabilmente chiesti come mai bruciasse e come mai il più grande polmone verde della Terra sia deforestato a così alta velocità.

Allevamenti di animali da carne è la risposta. Se consideriamo che circa 70 miliardi di animali vengono allevati ogni anno per motivi alimentari è facile capire che il quantitativo di mangime necessario è enorme . Servono terre per coltivarlo e lo spazio sul Pianeta non è infinito.

CANDEIRAS DO JAMARI, RONDÔNIA, BRAZIL: Aerial view of a large burned area in the city of Candeiras do Jamari in the state of Rondônia. (Photo: Victor Moriyama / Greenpeace), Amazon Burning Overflight CANDEIRAS DO JAMARI, RONDÔNIA, BRASIL: Imagem aérea de uma grande área queimada na cidade de Candeiras do Jamari no Estado de Rondônia. (Foto: Victor Moriyama / Greenpeace)

Considerate che, a parità di calorie, il terreno necessario per produrre cibo di origine animale è 22 volte maggiore di quello necessario di per il cibo di origine vegetale.

Sostenere azioni volte alla riforestazione (vedi Treedom) è sicuramente utile, ma se poi il consumo di alimenti di origine animale rimane invariato, sembra più un’azione commerciale che altro.

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Frida

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