Oggi parliamo di tessuti molto conosciuti soprattutto tra gli amanti della fasce per portare Yaro e del loro costo ambientale. I filati vegetali nel babywearing che impatto hanno sul nostro ambiente? Parliamo di Tencel Lyocell e Tencel Modal.
Il mondo del babywaering è in continua evoluzione e negli ultimi anni sono stati impiegati filati sempre più vari. I primi anni del mio portare ricordo tanto cotone, lino, canapa, un po’ di seta, lana/alpaca/cachemire durate i mesi freddi e viscosa di bamboo se si era fortunati. Filati più pregiati o particolari erano appannaggio di marchi high end (cioè costosi) di fasce per portare.
Adesso ci si perde nella scelta e marche come Yaro hanno contribuito alla spinta verso la sperimentazione: oggi , a prezzi più che umani, possiamo scegliere tra cupro, cotone, seacell, modal, diversi tipi di seta, repreve…
Sono nomi che però non sempre ci aiutano a capire la loro provenienza o impariamo al massimo qualche caratteristica. Sappiamo da dove vengono?
Oggi cominciamo a raccontarvi i filati vegetali e semi vegetali nel babywearing.
I filati vegetali e semivegetali nel babywearing: Tencel o Modal?
Tencel è un marchio registrato di Lenzing, azienda austriaca che dal 1938 opera nel settore dei filati.
I nomi corretti sono Tencel Lyocell e Tencel Modal, il primo estratto dalla polpa di eucalipto e il secondo da quella di faggio.
Sono tessuti lisci, morbidi, “setosi”, traspiranti, termoregolatori e assorbenti – sono molto simili tra loro, eccetto che il modal è più sottile e traspirante del lyocell.
Possiamo definirli filati vegetali? Direi più filati semivegetali vista la lavorazione a cui vengono sottoposte le materie prime.
Il processo produttivo
La materia prima è la polpa di alberi che viene ridotta a cellulosa e a sua volta lavorata con solventi non tossici, recuperati per il 99% nel processo produttivo. Ciò che ne risulta viene estruso e così otteniamo il filato .
Il solvente di ossido di ammina utilizzato per digerire la polpa di legno è catalogato come non tossico e circa il 99% viene recuperato e riciclato durante il processo di produzione. I prodotti di scarto nell’aria e nell’acqua del processo di produzione La fibra è ecologica poiché i prodotti che ne derivano possono essere riciclati e il lyocell/modal è biodegradabile perché è una fibra cellulosica. I prodotti a base di lyocell/modal possono essere riciclati, inceneriti o digeriti nelle acque reflue. La fibra di solito si degrada completamente in soli otto giorni negli impianti di trattamento dei rifiuti.
Il problema pare esserci nella tintura poiché il Tencel ha più difficoltà ad essere colorato e per esserlo va trattato come qualsiasi altra fibra.
Il legname
La deforestazione è un problema enorme e intere popolazioni e specie ne soffrono le conseguenze. Pensiamo alle coltivazioni di avocado che stanno distruggendo interi ecosistemi in Messico e stravolgendone l’aspetto oppure la quinoa in Bolivia. La richiesta è elevatissima e di conseguenza comincia la corsa alla produzione, incurante delle conseguenze ambientali.
O se vogliamo stare vicini, avete mai fatto caso alle monocolture nelle nostre Regioni? In Trentino solo vigneti e meli a perdita d’occhio, con buona pace della biodiversità.
Parlare di sostenibilità è quasi impossibile al giorno d’oggi. Parliamo di meno peggio.
La buona notizia è che l’eucalipto , da cui deriva il Lyocell, cresce molto velocemente (fino a 20 metri in soli 6-7 anni) e non ha bisogno di sostanze chimiche come pesticidi, erbicidi, insetticidi o altri fertilizzanti per crescere. La necessità di acqua è minima (da 10 a 20 volte inferiore a quella del cotone) poiché l’irrigazione non è necessaria- solo l’acqua piovana. La superficie resa dalla produzione di eucalipto è dieci volte superiore a quella del cotone. Inoltre l’eucalipto cresce in aree che non vengono utilizzate per la coltivazione.
Tessuti certificati Tencel garantiscono almeno una maggiore attenzione di produzione. Il legno di faggio che serve alla produzione di modal proviene da foreste certificate FSC e gestite in modo sostenibile. Modal non certificato è prodotto ad esempio in Indonesia dove le foreste pluviali hanno dovuto lasciare il posto alle nursery di “alberi da tessuto”.
Non si può ragionare solo con numero di piante abbattute x numero di piace ripiantate. Il problema è molto più complesso e su questo argomento torneremo a parlarne a breve.
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